IMPIEGO DELLA PIETRA LECCESE

Uno degli impieghi ai quali è destinata la pietra leccese coltivata nei bacini di Cursi e Melpignano è la produzione di lastre per pavimentazione e, in special modo, di quelle per pavimentazioni solari.

Questo impiego che risale ad epoca molto remota è dovuto a diversi fattori: l’economicità del materiale, la facilità della messa in opera, la durata secolare, la facilità di manutenzione.

Il sistema di messa in opera di una pavimentazione solare con lastre di pietra leccese o pietra di cursi è molto semplice e richiede il rispetto di poche fondamentali regole:

  • Il lavoro non va eseguito nella stagione fredda, poiché l’eventuale gelo potrebbe spaccare la malta impiegata per sigillare le lastre;
  • Le lastre vanno messe in opera leggermente umide, perché non devono sottrarre alla malta l’acqua necessaria alla normale presa;
  • Devono essere posate su un letto secco di roccia in polvere sufficientemente soffice;
  • La distanza tra le singole lastre deve aggirarsi intorno a 1,5 cm;
  • La sigillatura dei giunti deve essere fatta versandovi all’interno, fino al riempimento completo, una malta fluida costituita da acqua, sabbia e cemento.

Dopo aver versato la malta nei giunti, occorre rimuoverne la quantità eventualmente traboccata “tagliando” il giunto con una spatola o, meglio, con un ferro tondo di diametro superiore alla larghezza del giunto; questo perché eventuali sbavature di malta rimasta lungo il bordo finirebbero per trattenere l’acqua piovana per capillarità, con conseguente danneggiamento di tutto il giunto.

Esclusivamente con lastre di pietra leccese o pietra di Cursi vengono realizzati nell’area salentina i cosiddetti “livellini” di coronamento che costituiscono una efficace protezione dei filari terminali delle murature.

Talvolta vengono provvisti di un gocciolatoio per evitare lo stillicidio lungo la parete sottostante. Le dimensioni sono estremamente variabili per potersi adattare alle più svariate situazioni, mentre lo spessore si aggira mediamente intorno ai 7 cm. Per la messa in opera si ricorre al fissaggio con malta bastarda di cemento cui segue la sigillatura dei giunti con una malta simile a quella usata per la pavimentazione solare.

La pietra leccese è materia prima anche per realizzare cordoni per marciapiedi e aiuole. Vengono messi in commercio con lunghezza e sezione variabili in relazione al particolare impiego. Sono economici, robusti ed eleganti e costituiscono una valida alternativa ai cordoni in cemento che, quasi sempre, mal si addicono all’ambiente naturale di parchi e giardini.

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