LE PAVIMENTAZIONI IN PIETRA LECCESE

Uno degli impieghi ai quali è destinata la pietra leccese coltivata nei bacini di Cursi e Melpignano è la produzione di lastre per pavimentazione e, in particolare, di quelle per pavimentazioni solari.

Tale impiego, che risale ad un’epoca antica, è dovuto a diversi aspetti quali ad esempio la facilità della messa in opera, la durata secolare, la facilità di manutenzione.

Il sistema di messa in opera di una pavimentazione solare con le lastre di pietra leccese è molto semplice e richiede l’osservanza di poche regole fondamentali.
In primo luogo il lavoro non va eseguito nei periodi freddi, in quanto l’eventuale gelo potrebbe spaccare la malta impiegata per sigillare le lastre; queste ultime vanno posizionate leggermente umide, perché non devono sottrarre alla malta l’acqua necessaria alla normale presa. Inoltre, le lastre devono essere posate su di un letto secco di roccia in polvere sufficientemente soffice e la distanza l’una dall’altra deve essere di circa 1,5 cm.
Infine, la sigillatura dei giunti deve essere fatta versandovi all’interno, fino al riempimento completo, una malta fluida costituita da acqua, sabbia e cemento.

Dopo aver versato la malta nei giunti, occorre rimuovere la quantità in eccesso “tagliando” il giunto con una spatola o anche con un ferro tondo di diametro superiore alla larghezza del giunto; tutto questo perché eventuali sbavature rimaste lungo il bordo finirebbero per trattenere l’acqua piovana per capillarità, con conseguente danneggiamento di tutto il giunto.

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