ÁLVARO SIZA E LA PIETRA LECCESE

Pietra leccese e architettura:
E' stata un'accoglienza calorosa quella riservata ad Álvaro Siza dal foltissimo pubblico giunto a Lecce per ascoltare la Lectio Magistralis tenuta dall'architetto al Teatro Politeama Greco nell'ottobre del 2008.
L'incontro è stato introdotto dal Presidente dell'Ordine degli Architetti di Lecce, Enrico Ampolo, e coordinato da Francesco Moschini, ordinario in Storia dell'Architettura al Politecnico di Bari. Ad organizzare l'evento, l'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Lecce, in collaborazione con l'Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce, l'Osservatorio Urbanistico Teknè e il Comune di Lecce.
L'eterogeneo pubblico, costituito soprattutto da architetti e da studenti degli atenei pugliesi, è rimasto letteralmente stregato dalle parole del "maestro" che, nel corso del seminario, ha colto l'occasione per illustrare, attraverso una delle sue più recenti opere, la  Fondazione Iberê Camargo a Porto Alegre (Brasile), inaugurata a maggio 2008. Ad aiutarlo, i suoi fedeli e numerosissimi schizzi, vera e propria materializzazione delle generose idee regalate in oltre 50 anni all'architettura.
Il progetto, vincitore del concorso dedicato e già insignito del Leone d'oro alla Biennale d Architetura di Venezia 2002, costituisce la prima opera realizzata dal progettista portoghese in Brasile, e rappresenta una pietra miliare nella storia dell'architettura contemporanea dello stato sudamericano.
A precedere la Lectio, tre importanti eventi. L'inaugurazione della Sala espostiva dell'"Ecomuseo della pietra leccese" a Cursi (LE) presso il Palazzo "De Donno". La struttura intende valorizzare la storia e le applicazioni della "pietra leccese", utilizzata anche da Siza per la realizzazione di alcune sculture. La visita al Castello di Acaya, sede di una delle mostre collegate all'evento leccese, e il conferimento della cittadinanza onoraria del Comune di Calimera (LE). Da quel momento l'architetto portoghese dalla fama mondiale, insignito nel 2012 del premio alla carriera nella Mostra internazionale d'architettura a Venezia, ha instaurato con il Salento e con Calimera un rapporto privileggiato che continua ancora ad oggi. In occasione della cittadinanza onorario donò al Comune tre opere in pietra leccese.
Álvaro Siza ha inoltre firmato il progetto di recupero dell'ex Cave di Marco Vito, alle spalle della stazione ferroviaria di Lecce, mostrando e spiegando le tavole del progetto, nella redazione del quale è stato affiancato dal suo più stretto collaboratore, Carlos Castanheira, e dall'architetto leccese Luigi Gallo. Pietra leccese al pianoterra, legno e acciaio ai piani superiori.E per i colori? "Ci stiamo ancora lavorando". "Quello che mi è piaciuto di Lecce - dice Siza- è il centro storico, molto ben tenuto, ma anche molto vissuto. A spingermi a partecipare al concorso, cosa per me abbastanza inusuale, è stato Castanheira. Ho seguito il consiglio perchè l'area è davvero speciale, quasi una cerniera tra la città antica e quella moderna. E' di una bellezza rara con quei muri tagliati in verticale dai quali è stata estratta la pietra per costruire la città". Il progetto prevede molte scale e ascensori perchè l'area si sviluppa in senso verticale. Siza ha voluto rispettare la tradizione urbanistica italiana, che deriva dal modello dell'antica Roma, con un progetto a forma di croce. "Ho voluto riproporre la forma squadrata - spiega - che è tipica di tantissime città italiane". Sugli spazi all'aperto, infine, spiega che ci saranno alberi e vegetazione lungo i bordi e che non ci sarà asfalto, ma solo stradine sterrate.
L'augurio è che questa collaborazione, nata con
 uno dei più famosi architetti e progettisti contemporanei, autore di opere architettoniche in tutto il mondo e anche scultore, cioè Álvaro Siza, possa continuare nel tempo dando vita a tanti altri progetti, che accrescano il valore di questa terra meravigliosa che è il Salento, utilizzando una tra le più preziose e prestigiose pietre: la pietra leccese o pietra di cursi. 
 
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