LA PIETRA LECCESE

La richezza dell'artigianato salentino nasce da materiali poveri. Carta, legno, creta, pietra leccese e ferro da sempre sono utilizzati per creare oggetti d'uso quotidiano, trasformati oggi in souvenir quasi preziosi.
Chi si vuole affacciare, per curiosità o interesse, alla pietra leccese, si accorge subito che non è un semplice souvenir, ma una vera e propria piccola opera d'arte. Con la sua eccezionale malleabilità, quindi facile da lavorare e da modellare, vecchi artigiani eredi di una tradizione secolare, ne forgiano oggetti mirabili.
La pietra di cursi morbida e porosa, a grana fine, che spesso cela al suo interno resti fossili di fauna marina (la gran parte risalente a sei milioni di anni fa), per renderla resistente agli insulti del tempo, i grandi Maestri dell'epoca, usavano una tecnica molto particolare, grazie ad un trattamento a base di latte. Il pezzo di pietra leccese, veniva immerso o espugnato col latte, perchè il lattosio, penetrando all'interno delle porosità, riusciva a creare uno strato impermeabile che conservava  e proteggeva la pietra fino a portarla, quasi intatta, ai nostri giorni. Oggi le tecniche sono diverse e più semplici, ma si rifanno sempre ad una grande tradizione e in molti casi, piccoli artigiani, seguono ancora, proprio le vecchie tecniche di lavorazione della pietra leccese ( o pietra di cursi), quelle stesse che hanno fatto grande il Barocco nel Salento.
Diverse sono le sfumature di colore che può assumere, vanno dal bianco all'ambrato. Unica anche la sua capacità di accrescere la durezza e resistenza col passare del tempo. Tutti requisiti di una pietra, unica al mondo, che con la sua bellezza, si è guadagnata la fama e il riconoscimento artistico internazionale. 
 

 

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